L’azione dei bambini è una “giusta azione spontanea” non arriva dal pensare ma da una intelligenza intuitiva, innata e inconscia che risiede nel corpo anziché nella mente.
La vita appare semplice e senza intenzioni. Semplicemente vivere, agire, giocare. Semplicemente Essere, senza quasi “saperlo”.
Gli adulti, al contrario, hanno spesso bisogno di pensare in modo razionale (mente egoica) anche se il più delle volte, senza rendersene conto, mettono in atto azioni del vivere quotidiano in modo spontaneo e inconscio.
Nel tuo profondo tu sai chi sei e agisci nel mondo: Sei connesso con te stesso e svolgi “giuste azioni spontanee”.
Giuste perché sono in linea con chi veramente sei, spontanee perché sono l’espressione di ciò che “sei”, le hai fatte senza pensarci razionalmente, senza volontà.
L’azione spontanea in letteratura:
Gregory Bateson distingue nell’ambito di una possibile azione terapeutica, l’azione che nasce dallo sforzo e quella che nasce dall’assenza di sforzo. Nel libro pubblicato postumo dalla figlia Mary Catherine “Dove gli angeli esitano” ella afferma che quando si è giunti al punto in cui l’azione diventa spontanea “agire non consiste più nel decidere di fare qualcosa al fine di ottenere un certo scopo: l’azione diventa l’espressione non più di ciò che si vuole, ma di ciò che si è”.
Deepak Chopra ne “Le sette leggi spirituali del successo” parla della giusta azione spontanea. Parlando di Karma e di scelte che l’individuo può attuare Chopra introduce “l’unica capace di generare la felicità per noi e per gli altri. La scelta giusta porterà a una forma di comportamento definita giusta azione spontanea, ovvero l’azione giusta al momento giusto, la risposta adatta a ogni situazione, l’azione che arricchisce l’individuo e tutti coloro che ne vengono influenzati.
L’universo si avvale di un meccanismo molto interessante che aiuta l’uomo a fare spontaneamente le scelte opportune e che è regolato dalle sensazioni corporee. Il nostro corpo avverte infatti due tipi di sensazioni: di benessere e di disagio. Al momento di compiere una scelta cosciente, concentratevi sul vostro corpo e chiedete a esso: Cosa succede se effettuo questa scelta? Se avvertite una sensazione di benessere, la scelta è giusta; in coso contrario è inadeguata.”
Maharishi Mahesh Yogi nel testo “Bhagavad Gita – il canto del beato”, che contiene tra le più chiare interpretazioni delle Upanishad, racconta la storia di una battaglia, metafora della lotta incessante nell’uomo tra bene e male, tra natura elevata ed egoismo. Il poema prende le mosse dal dubbio del principe Arjuna che deve decidere se fare guerra ad un esercito formato da parenti, maestri e amici o sottrarsi all’azione. Solo grazie all’uiuto del suo auriga Krishna, una delle incarnazioni di Visnu, che lo illuminerà sulla legge del Dharma, il suo dilemma etico troverà soluzione.
“Arjuna nell’arte della giusta azione spontanea, lo avvertì di uscire dal campo della relatività e di porsi nel campo dell’Assoluto; in tal modo egli si sarebbe elevato a quello stato di vita- coscienza cosmica- nel quale si diviene capaci di compiere le azioni in completo accordo con le leggi della natura, realizzando così il proprio Dharma e servendo il fine cosmico.”